venerdì 21 maggio 2010

Quando ti chiedi perchè non smetta mai di piovere.

Ora.
C'è questo spettacolo, i "Demoni", che quell'amore di Dostoevskij aveva scritto, un capolavoro, insomma, che viene mandato a teatro.
Cosa normale, direi.
Non fosse che gli attori e il modo in cui è stato impostato, sono tutt'altro che normali.
Si comincia alle 11 a.m. e si finisce alle 11 p.m., dieci ore di spettacolo - ripeto, firmato Dostoevskij - con un cast eccezionale - diretto da Peter Stein, non so se mi spiego, Peter Stein! - e due ore di pausa - ebbene sì, vengono forniti dal teatro stesso il pranzo e la cena.
Io dico. Per una come me che della letteratura russa è innamorata pazza da quando in prima media si è letta la Sonata a Kreutzer, e che ha una passione (o ossessione?) smisurata per il teatro, questo è uno di quei capolavori che non vanno persi.
E per me non ci sarebbero problemi. Dico: Andiamo!
Ma.
C'è un ma. Ovviamente.
Il ma riguarda questo: per me non ci sono problemi. Per la verità, dei problemi ci sarebbero. Non ultimi i soli 200 posti disponibili - viene messa a disposizione solo la platea, of cours, ché le gallerie, per spettacoli come questi, vengono chiuse, non chiedetemi perchè, già mi piange il cuore - e la modica cifra (seh.) di 85 euro.
E quindi.
Sparatemi. Se mi volete bene fatelo, il dolore è troppo.

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