sabato 31 luglio 2010

Just a little pin prick .

The child is grown
The dream is gone
And I have become
Comfortably numb.
Pink Floyd - Comfortably Numb.

Spin.

Oggi sono serena, ma così serena come non mi capitava da troppo che non posso fare a meno di scriverlo dovunque.

martedì 20 luglio 2010

Sfogo #1

Parafrasando Salinger e usando tutti i francesismi di questo mondo: Ma che cazzo te ne fai dei tuoi fottutissimi successi quando nella vita di tutti i giorni sei un coglione?
E lo direi a molti. Lo direi, soprattutto, a quelle stupOnde persone che cercano in mille mila modi di farsi amici cani e porci per farsi recensire a manetta.
Cioè. Qui non commento, dato che è da secoli che succede e, sinceramente, a me questa cosa fa solo che ridere, sinceramente eh.
Mi girano, per la precisione, quando tutto questo crea un effetto a catena.
Ovvero.
1. Gente che io non conosco mi rompe i cosiddetti - modero il linguaggio, va', che mica sono uno scaricatore di porto, più o meno - e mi chide di leggere le proprie storie. E mi assicura che, ehi, sono bellissime, anche perchè io ho letto tutto di Shakespeare.
Ma cosa c'entra? Ma che cosa cavolo c'entra che hai letto Shakespeare tu, poi, che mi scrivi in un italiano correggiuto e completi ogni frase - senza neanche ricordarti il mio nome - con un tv1kdbxs. Eeeeeeh??
2. E qui il senno va sulla luna, buon viaggio Astolfo. La cosa che più mi da fastidio. Sentire persone che dentro hanno qualcosa, che hanno un talento che, boh, ma dove cazzo le trovi persone così?, ma comunque, dicevo, sentire queste personcine stupende che no, non sono ipocrite, che no, non sono delle leccaculo, che no, non hanno intenzione di mettersi al centro dell'attenzione per ricevere delle recensioni in più, e che cavolo, devo dire che cosa mi dicono, sennò non la finiamo più, e che mi dicono che loro, con la scrittura, vogliono chiudere.
E perché? Perché sono pochi quelli che leggono. Eccerto che sono pochi se tutti sono preoccupati di seguire quello o quell'altro perché così dopo tu segui me. Eccerto.
Cazzo, se nessuno legge per chi scrivi? Perché è vero che si scrive per sé, ma, sinceramente, se non fosse stato per le persone meravigliose che mi hanno spronato a continuare, io, oggi, sarei su una panchina a caso, con una penna a caso, e un moleskine a caso e scriverei di quanto, in effetti, mi sento scoppiare perché non riesco a comunciare meglio che scrivendo.
Ed è questa la verità.
Ed è questo che succede. Che già tre persone mi hanno detto che basta, vogliono smettere, perchè cosa scrivono a fare se poi non possono comunicare?
E io loro le capisco.
Capisco un po' meno gente che legge Shakespeare e, nello stesso tempo, carta straccia di persone che non sanno quale sia la differenza tra "e" ed "è".
Sia ben chiaro. Non parlo da scrittrice, visto che non lo sono. Sono solo una a cui piace lasciar correre i pensieri, ma penso che tra me e Marquez ci sia un burrone. Io parlo da lettrice e questo sì, lo sono.
Duh.
Sfogo finito.
E' questo il bello di avere un blog.

sabato 17 luglio 2010

Illuminazioni.

Dlin, dlon.
Pubblicità progresso per gli autori dei giorni della sottoscritta.
"Cari mamma e papà.
Volevo solo farvi presente che, okay, un grande diceva che in nessuna lingua è difficile capirsi come nella propria, ma, appurato questo, dai, un minimo! Non vi siete resi conto che le istruzioni dell'Ikea erano in finlandese? Ovvia, mi avete montata male! E quindi, per favore, la prossima volta che mi dite che sono una persona incostante, sconclusionata e incoerente e io vi dico che è tutta colpa del finlandese, non guardatemi come se fossi impazzita. Ora molte cose si spiegano, vero? Esattamente come il giorno in cui ho scoperto che James Hetfield è figlio di una soprano e di un camionista. Già. Illuminazioni da cambiarti la vita.
Grazie per l'attenzione.
La vostra unica figlia."

Gigs.

Mi manca salire su un treno e prenotare la stanza di un hotel. Mi manca partire la mattina presto, che sono mezza rincoglionita, ma con una voglia di fare così grande che non c'è sonno che tenga. Mi manca scendere in una stazione che non conosco, con dialetti e inflessioni diverse dalle mie, salire su un autobus e vedersi davanti agli occhi persone mai viste prima, ma con le quali hai talmente tanto in comune che solo pensarci e ti gira la testa. Mi manca stare sotto un palco tutto il giorno e aspettare la sera, nonostante il caldo tossico, nonostante il sole che batte sulla testa, nonostante la fame, nonostante la stanchezza, nonostante le Converse che fanno male, nonostante la maglietta di chissà quale gruppo appiccicata alla pelle, e aspettare, che secondo me è la cosa più bella del mondo, aspettare, e un po' l'abbiamo persa, che, santo cielo, noi vogliamo tutto subito, però così è più bello, anzi, molto più bello, e poi veder entrare artisti, che magari neanche lo conoscono l'italiano, e si sforzano di parlare, ma poi capiscono anche loro che si fanno capire molto di più con le canzoni che ti rimbombano fin dentro la testa, e allora è una cosa incredibile. Mi manca la sensazione di parole e musica in bocca. Mi manca la sensazione dell'erba fresca sotto i piedi. Mi manca tenere calato il capellino degli Yankees in testa e mi manca, soprattutto, trovarmi con le persone così, per caso, e cominciare a parlare di musica, e non stancarsi, fino a quando gli accordi di Gibson belle da farti mancare il fiato ti fanno stare zitto, ma provaci tu a stare zitto quando tutto quello che vuoi fare è urlare e urlare e urlare. Perchè, parliamoci chiaro, ma quant'è bella la sensazione della batteria che batte fin dentro la pancia?

mercoledì 14 luglio 2010

Pensieri avariati.

Mi hanno detto che tutti hanno diritto alla felicità.
A ben pensarci, non è poi così scontato.