giovedì 7 ottobre 2010

Just a boy and a little girl.

Oggi ti ho parlato così tanto che non lo so come tu abbia fatto a sopportarmi. Ma avevo bisogno di dirti tutto, le cose più assurde e senza senso e inutili, perché tu lo sai come sono fatta io, che son sempre quella che ricorda le stronzate che mai nessuno neanche guarda, come il fatto che il cannocchiale di Galilei ingrandisse di 27 volte.
Ti ho detto tante cose. Non ti ho parlato solo di Galilei.
Mi hai fatto salire sulla tua moto e siamo andati al parco e io ti ho detto che avevo paura della moto, ma di te mi fido, di te mi sono sempre fidata.
Ci siamo seduti sull'erba, come facevo da bambina e come tu facevi da bambino e ci siamo messi vicini, con te che mi tenevi le mani, con te che mi baciavi piano, con te che per me sei il lato Coca-Cola della vita, con te che mi fai credere le cose più stupide e smielose.
Ci siamo seduti sull'erba e tu mi hai chiesto com'erano gli States. Io ti ho detto che erano un bel posto, ma che Londra, tu lo sai, è l'unica mia vera casa - Londra, e le tue braccia.
Ti ho detto che era così strana la sensazione di stare lontani dalla propria città, allora che la distanza non era una corsa di treno, come quando per alcuni giorni me ne vado a Venezia e ciao a tutti. Allora la distanza era un oceano intero, un continente, e la mia città non avrei saputo ritrovarla ad occhi chiusi. E mi sembrava quasi che l'unico modo in cui io potessi ritrovarla fosse chiudendo gli occhi, nella mia testa. Ma, indovina?, c'eri tu nella mia testa.
Ti ho detto che ho preso il diploma di piano e che voglio imparare a suonare la chitarra e che voglio provare a scrivere una canzone, non solo stupide marcette durante l'ora di composizione. Ti ho anche detto, però, che non mi faccio tanti scrupoli, io. Che lo so che non sono come John Lennon, che, appena imparato gli accordi fondamentali al piano, ha scritto quella meraviglia di canzone che è Isolation. E che, forse, è una delle canzoni che sa meglio raccontarmi. E che poi, ogni volta che la sento, io ci penso. Io ci penso che, con te, avrei voluto cambiare il mondo intero. E ho riso come una stupida, perché, queste cose, io di solito le scrivo, non le dico ad alta voce, perché non ci credo. Ma tu mi fai credere a tutto.
Tu potresti indicarmi una stella a caso e farmi credere che quella è la direzione per Neverland. Io ti crederei, giuro, ti crederei. Perché tu mi hai salvata. Io che odio essere salvata, ma tu mi hai salvata.
Ti ho detto che adoravo il fatto che tu di musica non ci capissi nulla, perché poi mi piaceva farti ascoltare qualcosa e sentirti canticchiare il ritornello, qualche giorno dopo, solo per farmi piacere. Ti ho detto che avrei voluto essere ogni canzone sulle tue labbra.
Ti ho detto che amavo la sensazione che dove finissero le tue dita cominciasse la mia pelle.
Ti ho detto che io amo te.
Però poi ti ho detto che non stavamo più insieme e che tu mi stava solo confondendo, però, per favore, continua a farlo, perché questa è la confusione che mi fa girar la testa fino a sentirmi scoppiare di vita.
Io ti amo. Lasciami parlare, lasciami spiegare. Io ti amo.
Mi sembra tanto la frase da adolescente rincoglionita, e forse lo è, forse lo sono, però non m'importa. A te è sempre andato bene. Quando ridevi e dicevi che ero una bambina, ma cosa posso farci se amo fare le bolle di sapone, la pasta di sale, e guardare i cartoni della Disney? Cosa posso farci se io sono io e non so cambiare altrimenti?
A te è sempre andato bene. Che io non sono come lei, che è bionda, sa mettere un bel paio di tacchi ed ostenta borse di Vuitton o chi per lui. Io ho la mia divisa di jeans, magliette in stile anni '60, Converse e borsa di tela che a momenti scoppia per tutto quello che ci metto dentro. Io oggi non avevo i capelli ben raccolti come lei, avevo le treccine e una fascia colorata in testa, perché a me piacciono le cose colorate. Io sono io. Però tu mi hai detto lo stesso che sono bellissima, e io lo stesso non ti ho creduto, ma capisci quanto importante sia stato per me?
Tu mi fai sentire importante. Tu mi fai sentire. Punto. Tu mi fai capire che io non sono un corpo vuoto, cavo, senza senso. Tu mi fai capire che io sono qualcuno. Per te.
E io ti amo e non so come fare, adesso.

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